Coronavirus. Possiamo davvero paragonare l’Umbria con la Lombardia? Perché l’indice di trasmissione (Rt) non basta
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La lettera R ha avuto un certo successo nel campo dell’epidemiologia. Indica almeno tre fattori importanti, per capire come si è evoluta la pandemia di Covid-19 – le sue dinamiche – stabilire le disposizioni di quarantena e del distanziamento sociale.
Sovrapporre i diversi significati di una lettera può anche portare a preoccupazioni (forse eccessive), tra le diverse amministrazioni di un Paese, come sta succedendo anche in Italia, dove l’Umbria si ritrova con un «indice di trasmissione del virus» (Rt) molto più alto del solito. Eppure continua a essere tra le regioni meno colpite. Un caso analogo lo avevamo già trattato a proposito di un peggioramento apparente in Germania.
Come si spiega? Ma non si parlava di R0? Il modello SIR è inaffidabile? In questo articolo cerchiamo di chiarire meglio questi concetti. Chiariamo fin da subito che nessuno vuole prendere in giro i cittadini umbri, né sono stati registrati dati errati.
Un po’ di chiarezza sui termini: R0, SIR, Rt
Con R0 intendiamo il numero di persone che ogni singolo è in grado in media di contagiare. Sulla base di questo fattore gli epidemiologi possono capire come si propagherà una epidemia, al netto dei «super-diffusori», ovvero individui che per circostanze casuali o fisiologiche, sono in grado da sole di infettare – in certi momenti – molte più persone della media.
Si tratta di casi non significativi per determinare R0, ma molto importanti quando agli inizi di un focolaio di infezione, si cerca di risalire la catena dei contagi, al fine di scongiurare una epidemia. La matematica ci viene incontro permettendoci di calcolare R0, che è un parametro fondamentale nell’epidemiologia delle malattie infettive. La lettera «R» sta in questo caso per «reproduction rate», ovvero il «tasso di riproduzione».
Da non confondere con l’omonima lettera del modello SIR (Suscettibili, infetti e rimossi). In Inglese indica il termine recovered (i guariti). Ma R in questo caso indica tutte le modalità di uscita dal modello di infezione, quindi anche gli immuni e i deceduti. SIR è altrettanto importante nello studio delle epidemie, specialmente quando si parla di curva dei contagi e distanziamento sociale.
L’indice di trasmissione (Rt), prende in considerazione il numero di persone contagiate da un positivo, nell’arco di tutto il suo periodo infettivo. È importante che questo fattore si abbassi sotto «1», perché ci dà la cifra di quanto le misure di contenimento funzionano.
In Umbria agli inizi del mese Rt era pari allo 0,19, oggi lo vediamo oltre 1; una situazione che viene accostata a quella della Lombardia. Dobbiamo preoccuparci? Ovviamente no. Tanto più che Rt non indica il numero di casi. Dobbiamo tener conto di diversi altri fattori.
La situazione in Umbria sta peggiorando?
R0 è importante quando ci rendiamo conto che abbiamo una epidemia in atto, con una popolazione interamente suscettibile. Ma possiamo calcolare questo fattore solo retrospettivamente, osservando ogni giorno il numero dei casi; conoscendo i tempi di incubazione e quando si è sviluppato il primo focolaio. In un secondo momento, con l’introduzione delle misure di contenimento, si calcola l’Rt.
Non di meno, esistono diversi altri fattori importanti di cui tener conto, come affermato anche dall’Istituto superiore di sanità:
«L’indice di contagiosità non è una pagella ma un segnale da interpretare insieme agli altri dati – precisa l’Istituto – Relativamente ai valori di Rt in regioni come Umbria e Molise, che restano aree del Paese a bassa incidenza di infezioni da Covid-19, anche piccole oscillazioni nei numeri, dovute verosimilmente ad un aumento dei tamponi eseguiti, possono comportare variazioni in singoli parametri particolarmente sensibili quali appunto l’Rt. Tali variazioni possono, paradossalmente, essere la conseguenza di un miglioramento della copertura dei sistemi di sorveglianza».
Oltre alla quantità di tamponi e ai sistemi di sorveglianza, conta parecchio tener conto del fatto che non tutti hanno lo stesso rischio di contagiare o venire contagiati. C’è chi può adottare drasticamente le misure di distanziamento sociale, potendo lavorare da casa; chi invece deve fare il pendolare, specialmente in questa Seconda fase. Tutti fattori che possono incidere in quelle «piccole oscillazioni nei numeri», dando un contesto, senza il quale Rt non può essere pienamente compreso.
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Credit foto di copertina: Paul Brennan & chscalone | Rispettivamente il cartello e lo sfondo di Gubbio, in Umbria.
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